Ciclismo> Nell’Inferno del Nord sbuca Niki Tersptra: sua la Parigi-Roubaix

Niki Terpstra (Omega Pharma – QuickStep) ha vinto la sua prima Parigi – Roubaix in carriera al termine di un attacco che lo ha portato ad avvantaggiarsi, in vista dell’arrivo, da un gruppetto che comprendeva tutti i favoriti della corsa con il forte velocista tedesco John Degenkolb (Giant Shimano) e lo svizzero Fabian Cancellara (Trek Factory Racing), vincitore uscente e trionfatore una settimana prima al Giro delle Fiandre, che completavano il podio.
La Parigi-Roubaix è per antonomasia l’inferno del Nord: 257 chilometri con partenza da Compeigne (90 chilometri a nord di Parigi), di cui 51 in pavèe suddivisi in 28 settori, ciascuno caratterizzato da differente lunghezza e difficoltà: cinque stelle per i tratti più difficoltosi come la Foresta di Arenberg e il Carrefour de l’Arbre. Una corsa “croce e delizia” tra stradine strette di campagna con il fondo abbastanza irregolare, nuvoloni di polvere sollevati dal passaggio delle biciclette, senza dimenticare la fatica, il vento contrario e le cadute. “O la odi o la ami” è il motto di questa classica monumento.
Vincere la Parigi-Roubaix cambia la vita sportiva di un professionista ed è quello che è successo all’olandese Terpstra: settima partecipazione, un terzo posto nel 2013 e la meritata vittoria in cui lo stesso Terpstra ha attaccato con decisione a sei chilometri dal traguardo posto dentro il velodromo di Roubaix.
È toccata alla Omega Pharma-Quick Step salire in cattedra con una condotta di gara impeccabile. Il fuoriclasse belga Tom Boonen voleva portare a casa la quinta vittoria in carriera (2005, 2008, 2009 e 2012) ma è stato uno dei grandi protagonisti per provare a far saltare il banco e lo ha fatto a circa 60 chilometri dal traguardo: ne ha fatto le spese Cancellara (caduto) impiegando una manciata di chilometri per rientrare. Giornata no per il norvegese, vincitore della Milano-Sanremo, Aleksander Kristoff (Katusha) caduto e ritirato alla Foresta di Arenberg. Qualche brivido per lo slovacco Peter Sagan (Cannondale) che per ben tre volte ha cambiato la propria bicicletta ma la paura si è trasformata ben presto in una reazione personale prima del Carrefour de l’Arbre per poi farsi raggiungere da Cancellara, Sep Vanmarcke (Bel, Belkin), l’ex pluri iridato del ciclocross Zdenek Stybar (Cze, Omega Pharma Quick Step) e Degenkolb e a seguire Boonen, Terpstra, Braldley Wiggins (Gbr, Sky Pro Cycling Team) e Geraint Thomas (Gbr, Sky Pro Cycling Team), Sebastian Langeveld (Ola, Garmin) e Bart De Backer (Bel, Giant Shimano).
Cancellara e Sagan hanno pagato gli sforzi supplementari arrendendosi alla forza e al grande gioco di squadra dell’Omega Pharma-Quick Step che si è mossa senza sbavature. Gran parte della vittoria di Terpstra è stata merito di Boonen che è stato il faro e uomo chiave del finale prima di lasciare spazio all’attacco risolutivo del compagno di squadra olandese.
Secondo posto per Degenkolb: un piazzamento che rappresenta un ulteriore passo verso uno dei principali obiettivi della sua carriera e sarà sicuramente un avversario da temere nelle prossime edizioni della Classica delle Pietre.
Terzo gradino del podio per uno stanco Cancellara: non è arrivato con le gambe ma con la testa perché con la caduta ha dovuto cambiare pure lui la bicicletta e fare gli straordinari non solo lui ma anche i compagni di squadra per rientrare sul gruppetto di Boonen. Non si può chiamare sconfitta perché in pochissimi come lui sono riusciti a centrare il podio tra Sanremo, Fiandre e Roubaix, gara nella quale cercava la quarta vittoria in carriera.
Male gli italiani: nessuno nei primi venti, solo sei nei primi cento, Filippo Pozzato il primo degli azzurri in 50esima posizione. La Roubaix è una classica tabù per gli italiani che non sono riuscita a vincerla nel terzo millennio ma le nostre speranze sono tutte riposte sulle cotes delle Ardenne con il trittico Amstel Gold Race, Freccia Vallone e la decana delle classiche Liegi-Bastogne-Liegi.

Luca Alò
16/04/2014