Pesi in carcere. “Siamo grati, una terapia per il corpo e per l’anima”

Condividiamo con grande orgoglio ed emozione la lettera di un detenuto della Casa Circondariale di Cagliari “E. Scalas”, a proposito del progetto ‘Sport in carcere’ lanciato da Sport e Salute. Una lettera, fatta recapitare a Sport e Salute dal Direttore del Carcere, profonda e vera, che ci fa capire ancora una volta il potere infinito della Pesistica, che solo superficialmente può apparire come un ‘sollevare un bilanciere’ ma che può ‘migliorare il senso della vita’ per usare le parole stesse del detenuto: “Andare in palestra migliora l’autostima, perché sollevare carichi è metafora della vita e del carcere. Sollevandoli si solleva anche il peso delle proprie responsabilità, ci si “terapizza”, e mentre crescono i muscoli cresce anche la mente”.

Vito Cozzoli, Presidente e Amministratore delegato di Sport e Salute

“Il contenuto di questa lettera ci fa capire che siamo sulla strada giusta, quella dello “Sport di Tutti”, ma sport di tutti non deve essere uno slogan vuoto, bensì tradursi in azioni quotidiane e in grado di comprendere i bisogni di ogni singolo individuo che si trovi in un percorso di recupero, in un momento difficile, in un luogo complicato o che, più semplicemente, abbia bisogno di un aiuto. Ci viene raccontato che lo sport può aiutare, lo sport può far passare una giornata, scaricare lo stress, fare aggregazione e noi di Sport e salute dobbiamo portare lo sport ovunque, non solo per dovere “Istituzionale”, ma anche per dare il nostro contributo per il bene comune. Ringrazio il Direttore Porcu, la FIPE, la Fondazione Giulini, i nostri dipendenti territoriali che hanno passione e voglia di portare avanti queste lodevoli iniziative e ringrazio soprattutto di questa sentita testimonianza.
Lascio a voi la lettura di questa lettera, tanto profonda quanto vera”.

Antonio Urso, Presidente FIPE

“Che orgoglio vedere riconosciuto dal Presidente di Sport e Salute Vito Cozzoli il lavoro della nostra FIPE (in particolare del CR Sardegna) a vantaggio di chi si trova in difficoltà; un’esperienza umana e professionale altamente gratificante che lega la nostra attività al mondo reale, non solo sportivo, che esalta i valori di inclusività sociale, parte fondamentale della nostra mission, dando particolare rilevanza alla sfera pubblicistica delle nostre finalità istituzionali.
La formazione della FIPE si conferma di altissimo livello per qualità tecniche e per valori umani e sociali espressi”.

Nicolino Testa, Presidente FIPE Sardegna:

“I tecnici che hanno partecipato a questo progetto, durato otto mesi, Luca Orrù, Enrico Pittau ed Federico Monfrini, hanno raccontato di aver portato a termine un’attività gratificante sotto ogni aspetto, importante per la loro crescita professionale. Ci auguriamo di poter essere coinvolti in ulteriori progetti di questo genere. Voglio ringraziare la Fondazione Carlo Enrico Giulini, il Cagliari Calcio e la Casa Circondariale di Uta per il coinvolgimento in un progetto di altissimo profilo e anche la Segreteria Federale della FIPE, per il grande supporto che ci assicura costantemente”.

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