Le considerazioni di Andrea Duodo sulla data del voto FIR e sulle attività dei prossimi mesi

Il 15 settembre è un giorno importante per il rugby italiano, il giorno
del cambiamento.
La data è molto vicina e da un certo punto di vista io e la mia squadra
proviamo un grande sollievo, siamo pronti a due mesi intensi in cui
continueremo a confrontarci con le società e lavoreremo alla costruzione
di un futuro fatto di condivisione, competenza e rispetto.
È uscita la convocazione formale dell’Assemblea e sarà nostra cura
inviare a tutti le informazioni su come sia necessario prepararsi
all’assemblea. Tutti debbono essere messi nelle stesse condizioni di
esercitare il proprio diritto di voto, per contribuire a costruire il
futuro della Federazione, e quindi del movimento del nostro sport.
Fare squadra significa anche questo.
Già dobbiamo evidenziare con dispiacere quanto risulta confrontando la
tabella voti allegata alla convocazione dell’Assemblea con quella delle
elezioni 2021: oltre cento club (il 20% degli affiliati) hanno perso il
diritto di voto che significa che non hanno fatto attività ufficiale in
questi anni; i voti esprimibili sono un 30% in meno di quelli del 2021,
ovvero c’è stata una diminuzione del 30% di squadre iscritte ai
campionati.
Sono numeri (non opinioni) che dimostrano le difficoltà dei club. Numeri
che fanno riflettere; numeri che evidenziano il grande lavoro da fare
per far ripartire il movimento: siamo pronti a questa sfida e siamo
certi che nonostante l’irritualità di alcune scelte ‘poco istituzionali’
nel decidere data e criteri del voto, le nostre idee siano più forti di
meccanismi non trasparenti. E molto c’è da dire sulla situazione
economica in cui è stata portata la Federazione negli ultimi tre anni.
Ma ci sarà modo e tempo.
Io e la mia squadra siamo sereni e pronti. Abbiamo iniziato da tempo a
incontrare i dirigenti dei Club, abbiamo fatto bellissime riunioni a
Torino e Roma, domani saremo a Milano e poi, man mano, incontreremo
tutti i territori. Parleremo con tutti i club, grandi e piccoli, perché
ognuno svolge un ruolo importante per il nostro rugby e per la crescita
di bambine e bambini.
C’è grande voglia di dialogo e confronto e siamo pronti a garantire un
ascolto attento e interessato. Il rugby italiano ha voglia di un modello
diverso e di ripartire dalla base, da un lavoro di squadra solido e
dalla pianificazione, il contrario esatto di estemporaneità e
protagonismo.
Gira preoccupazione sulle modalità di questo voto: voglio pensare che
tutto si svolgerà nel rispetto delle regole, chiedo però a tutte le
società di concentrarsi assolutamente sulle procedure, di proteggere il
proprio diritto a esprimere una preferenza e di fare grande attenzione a
non sprecare un’opportunità così importante.
Non vedo, non vediamo l’ora che arrivi il 15 settembre, è tempo di un
cambio di passo per il rugby italiano.

Treviso, 16 luglio 2024.