Ferri: “Ho perso tanti punti a Vallelunga, ma al titolo ci credo ancora”

Intervista al 23enne pilota torinese, leader negli Under 25: “Senna è morto nel giorno del mio compleanno, mi piacerebbe centrare la pole a Imola. Per mantenermi agli studi, restauro auto d’epoca”

Pietro Ferri, 23 anni, ha scelto un lavoro particolare per mantenersi al Politecnico di Torino dove studia Tecnologie per l’industria manifatturiera: “Compro, restauro e rivendo auto – spiega, durante la pausa estiva prima di concedersi una vacanza in Sardegna con Anna, la sua ragazza – e commercio anche ricambi di auto classiche. Parlo di macchine di interesse storico o che lo stanno diventando. I pezzi di ricambio di questo tipo di vetture si fa sempre più fatica a trovare. Recentemente ho restaurato una M3 E46 del 2001 (l’anno della sua nascita; n.d.r.), una Z3 Coupé, modello di cui sono stati realizzati pochi esemplari, 500 Sporting, Mini Cuper S”.

Pietro si trova a metà campionato in testa alla classifica degli Under 25. Che giudizio dà della sua stagione?

“L’obiettivo resta sempre quello di vincere il campionato perché io e il team (V-Action) stiamo lavorando molto in sintonia. Ci capiamo subito. Sento di poter dire che puntiamo all’assoluta. Purtroppo a Vallelunga abbiamo perso un sacco di punti che mi avrebbero portato senz’altro tra i primi in classifica. Sono rimasto in testa alla Under 25 grazie ai punti presi con i giri veloci. Comunque è una piccola soddisfazione essere al comando di questa classifica”.

Crede di avere dunque ancora chance per il Tricolore?

“Sì perchè sono a venti punti dalla vetta (è quinto in classifica con 45 punti; n.d.r.). Siamo tutti molto vicini. Purtroppo Vallelunga costituiva una bella occasione per portarsi in vantaggio ma…Per fortuna al Mugello è andata decisamente meglio, anche se non ho vinto gara1, ho raccolto buoni punti.”

Nella seconda metà del campionato tornerete a Vallelunga, ma ci saranno anche Monza e Imola: quale attende con maggiore piacere?

“L’anno scorso Monza fu un disastro, arrivavo da un esame di Fisica. Ho sbattuto, sono andato insomma decisamente male. Quindi quest’anno vorrei riscattarmi. Ma io ho un debole per Imola, è la pista dove è mancato Ayrton Senna a cui sono legato perché è morto il primo maggio, il giorno del mio compleanno. Il sogno è conquistare la pole a Imola. A Vallelunga ho già dimostrato di andare forte, ci ho corso anche con le Legends, dunque è una pista che conoscono in maniera approfondita e sono tranquillo. Monza sarà molto veloce e impegnativa come al solito, vi si corre in modo diverso rispetto agli altri circuiti perché la velocità è molto più alta e anche i piccoli errori hanno grande influenza perché te li porti dietro in rettifilo. Quindi se sbagli una curva perdi un secondo, non due decimi come sugli altri circuiti. Monza dunque sarà super tecnica e super competitiva come al solito”.

Chi è l’avversario più pericoloso alla corsa per il Tricolore?

“Probabilmente Mattia Marchiante, che è sul pezzo. Lo ha dimostrato per come mi ha superato in gara1 al Mugello. Io non ero al top ma è andato via con un passo molto forte. Poi c’è Uboldi che è una vecchia volpe, non si sa come finisce sempre davanti, malgrado nelle libere e nelle qualifiche tenga un passo decisamente più lento rispetto al nostro. E poi c’è Ferrari che ha avuto molta, molta sfortuna ma è sempre uno dei più veloci”.

Proprio con Ferrara ha dato vita a grandi duelli molto corretti nelle ultime due tappe del campionato.

“Quest’anno siamo tutti molto più corretti rispetto all’anno scorso. E se non finiamo le gare non è per colpa di incidenti come è avvenuto per esempio nella scorsa stagione quando ne ho terminate 5 su 12 proprio a causa di collisioni. Dicendo così, adesso me la sono gufata…”.

Che cosa apprezza della Raiden?

“La precisione di sterzo. Mancava alla Thunder che tendeva a essere molto sottosterzante ma stabile nel retrotreno. La Raiden invece davanti è perfetta però ‘è ancora da lavorare per trovare un buon assetto al retrotreno. Soprattutto, c’è grande lavoro da parte di noi piloti per adeguarci perché con la Thunder eravamo abituati a giocare molto con lo sterzo. Adesso invece ne usiamo un decimo, con piccoli movimenti molto precisi. Ma col tempo tutto questo verrà superato e avremo una macchina molto veloce e più stabile, perché affrontare le Arrabbiate di traverso ogni giro era un po’ al limite”.

Ufficio Stampa