Rugby> Un cattivo rientro in campo

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Paolo Piersanti

I ragazzi dell’under 18 del Cus Roma e delle Fiamme Oro si sono allenati insieme sabato scorso nella bella struttura sportiva della Polizia di Stato a Roma. Grande presenza di genitori e di ragazzi e una bella giornata di sole. Un preludio quindi favorevole in occasione di questo rientro in campo dei nostri ragazzi dopo la pausa estiva. Il loro entusiasmo con la voglia tangibile di ritrovare e dimostrare prima di tutto a se stessi le proprie capacità rugbistiche avrebbe dovuto essere il miglior passo d’inizio stagione…. Ma così non è stato. Pur senza nomi e cognomi chi legge queste mie righe sa bene di chi parlo e qualcun altro, forse, tra i dirigenti e i responsabili federali e non, possono comunque risalire ai, anzi all’unico protagonista di una scena pietosa che ha infangato la prima amichevole dell’anno di due belle compagini delle juniores del centro Italia. Cosa è successo? Che Nikos del Cus Roma, nel chiedere spiegazioni all’arbitro su un suo ipotetico fallo (dopo aver già ricevuto una banale quanto ‘maldestra’ gomitata nelle costole… cose che capitano, in fondo si gioca a rugby e quando si è vittime di un colpo basso, soprattutto un ragazzo come Nikos in campo da quando ha sei anni, ci si incavola un po’ e poi si riprende a giocare, fors’anche con più grinta di prima…) è stato informato dall’allenatore delle Fiamme Oro, pur a gran voce perché tutti sapessero, che sua madre è una professionista dei rapporti orali… (ovviamente il nostro turpiloquente allenatore, ha usato una terminologia più colorita e d’effetto… anche perché, evidentemente, il suo leggero vocabolario di più non avrebbe potuto offrirgli!). L’epilogo di questa prima amichevole partita si è consumato quindi con un Nikos che dai nervi, e da quella sana impotenza dell’istinto di reazione soffocato dalle regole comportamentali inculcate dai suoi sempre ottimi allenatori, sbatteva la testa al muro! J e dall’arbitro che decretava l’interruzione della partita… Che bella giornata! Una bella e nutrita platea poi… c’erano anche, anch’essi numerosi, ragazzi e genitori delle rispettive under 16 che avrebbero giocato dopo i 18. Che bell’esempio di grande rugby! Di quella sana propedeuticità per la formazione valoriale dei nostri figli! Mi dicono che questo allenatore non è nuovo a queste piccanti alzate di voce e commenti a ragazzi (e genitori) fin troppo poco gentili… sicuramente non educativi.

Invito ovviamente i responsabili, federali e non, a suggerire a questo agitato allenatore di contenere in campo con i ragazzi i suoi beceri improperi. Non sono edificanti e ancor meno rappresentativi per il gioco del Rugby e in questo caso non ne esce bene anche l’immagine stessa della compagine sportiva della Polizia di Stato! Faccio mie le parole di un dirigente federativo che, nel commentare l’accaduto, mi ha ricordato che nel rugby queste cose avvengono sporadicamente e fanno l’eccezione, al contrario di quanto avviene ogni giorno nei campi delle scuole di altre discipline sportive… Meno male! E vabbè. Comunque, per me tutto finisce qui, non seguendo i consigli di chi continua ad esortarmi nel sporgere regolare denuncia. Mi dicono anche che questo allenatore, almeno tecnicamente, sia molto in gamba. Complimenti. Gli sono certamente riconoscente per tutto ciò che, pur sempre solo tecnicamente, insegna ai ragazzi, ma, per favore, la smetta di insegnargli anche a prendere a male parole i propri avversari, sono convinto che è sempre e comunque una tattica perdente, in ufficio o all’idroscalo, in casa o in strada o campo sportivo che sia! Per il resto che dire? Due belle squadre le Fiamme Oro e Cus Roma under 18. Sono sicuro che ci regaleranno delle partite emozionanti e, spero, di buon rugby! Noi adulti cerchiamo sempre di dare il buon esempio.. no? La madre di Nikos? Sta ancora ridendo di questa sua inconsapevole virtù promiscua! Nikos un po’ meno… non dimentichi mai, l’allenatore Fiamme Oro, che sono ragazzi. Ma non dimentichi anche che potrebbe improvvisamente ritrovarsi ad aver a che fare con un ragazzo in un momento difficile e con dei genitori meno spiritosi di noi. Scrivendo, un sorriso in più anche da me, nell’immaginare (mi perdoni De André…) il nostro pessimo protagonista con le sembianze di Re Carlo, quello stolto e goffo sovrano medievale che a cavallo del suo mulo e di ritorno dalla guerra cercava affannosamente tra le campagne del suo regno una suddita pronta a soddisfarlo sessualmente, declamando a viva voce, neanche fossero degli editti, le sue più basse voglie represse…

Paolo Piersanti, papà di Nikos